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L’istituto dell’arresto e il fermo sono provvedimenti giudiziari limitativi dell’autonomia personale transitori e pre - precauzionali perché sono una premessa della tutela predisposta con le misure di cautela dai quali si contraddistinguono in base al criterio dell’emergenza e la non presenza di una disposizione dei giudici che é valida solo dopo tramite l’atto di convalida.
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Tanto l’arresto quanto il fermo non possono essere attuati se il soggetto ha agito in base a una motivazione difensiva o di non punibilità (art. 385 c.p.p.). L’arresto é una misura limitativa transitoria della libertà soggettiva che la p.g. predispone per "chi è rinvenuto mentre compie la fattispecie di reato " (c.d. flagranza propria) o di "chi, appena dopo tale fattispecie, viene inseguito dalla polizia giudiziaria, dalla parte lesa del reato o da altri soggetti o è rinvenuto in possesso di beni o segnali da cui si deduce il compimento della fattispecie criminosa appena prima" (c.d. flagranza impropria) (art. 382 c.p.p.).
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Tutto questo al fine di non consentire che il crimine abbia ulteriori conseguenze e condurre il responsabile presso gli organi giudiziari. Gli organi di polizia giudiziaria:- devono attuare l’arresto (c.d. arresto obbligatorio – art. 380 c.p.p.) della persona scoperta in flagranza di reati non colposi, attuati o tentati, per i quali l’ordinamento giuridico prevede la pena all’ergastolo o la detenzione non minore di cinque anni e non maggiore di venti, o di fattispecie criminose manifestamente indicate, individuate per il loro valore di tutela delle norme della costituzione, dell’integrità comune e del giusto vivere collettivo;- può attuare la misura dell’arresto (c.d. arresto discrezionale – art. 381 c.p.p.) del soggetto scoperto in flagranza di crimini non colposi, attuati o tentati, per i quali l’ordinamento presume la pena carceraria maggiore di tre anni o di una fattispecie criminosa colposa per cui le leggi penali prevedono la pena carceraria non minore di cinque anni o di fattispecie di reato manifestamente previste.
L’arresto discrezionale deve basarsi sulla gravità dell’avvenimento o dalla dannosità del responsabile desunta dalla sua indole o dalle condizioni dell’avvenimento. Il soggetto privato può attuare l’arresto (c.d. arresto discrezionale – art. 383 c.p.p.) se esso è obbligatorio per la p.g. e ci si trovi in flagranza di una fattispecie criminosa condannabile d’ufficio.
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Chi lo attua "deve senza indugio consegnare l’arrestato e i beni oggetto del crimine alla polizia giudiziaria che scrive il verbale di custodia e ne conferisce una copia". Il fermo (art. 384 c.p.p.) é, allo stesso modo dell’arresto, una misura limitativa dell’autonomia soggettiva predisposta dal p.m., "anche al di la delle fattispecie di reato in flagranza, se emergono specifici elementi probatori che, anche in merito all’impossibilità di individuare il soggetto ritenuto colpevole, fanno pensare che sia possibile il pericolo di fuga" della "persona pesantemente ritenuta colpevole per una fattispecie criminosa per la quale l’ordinamento penale indica la pena dell’ergastolo o la reclusione non minore di due anni e maggiore di sei o di una fattispecie di reato relativa alle armi da guerra e gli esplosivi o di un delitto eseguito con finalità di terrorismo, anche sul piano internazionale, o di sovversione dell’ordinamento democratico".
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Tutto questo per non consentire che il soggetto incriminato possa scappare soprattutto se, mancando la prerogativa della flagranza, non può essere attuato l’arresto. Il fermo può essere effettuato anche dalla p.g. se ancora non si sia manifestata l’approvazione della gestione della fase di indagine da parte del p.m. o "se sia riconosciuto in seguito il soggetto ritenuto colpevole o emergano inaspettatamente specifici elementi, quali il possesso di atti falsi, che rendano ammissibile il pericolo che il soggetto ritenuto colpevole possa scappare e non si possa, data l’emergenza, attendere il provvedimento giudiziario del pubblico ministero".